Il nuovo teatro-danza di Giovanni Netzer al Palazzo Vescovile trasforma la Danza della Morte in una nuova storia e prospettiva

La classica danza della morte porta tutti alla tomba. La morte personificata infesta la terra dei vivi e abbatte le persone: il mendicante, la regina, il mercante, il papa, il bambino. Inevitabile, incomprensibile, non negoziabile, apparentemente arbitraria. - Ma se l'uomo fosse la morte dell'uomo? Quando il guerrafondaio sacrifica giovani vite? Quando il capo di Stato cancella gli aiuti allo sviluppo? Quando l'alpinista tira il suo compagno di cordata nell'abisso? Quando l'infermiere afferra un cuscino, il terapeuta corre il rischio di saltare da un ponte, l'automobilista sfreccia nella zona pedonale? Siamo tutti potenziali stagisti del Gevatter Tod, giochiamo al destino, incessantemente. Delegare tutta la colpa al mito non è sufficiente. È tempo di ripensare la danza della morte: con i danzatori Borja Bermudez, Adrien Borruat, Nicolas Gläsmann, Júlia Martí-Gasull, Bonnie Paskas, Alex Vazquez Gala e la pianista Alena Sojer sulle note di Shostakovich.


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